L’ora del caffè recensione
Due generazioni lontane si confrontano, in un dibattito che mette in evidenza le tendenze moderne della nostra civiltà. Scritto a quattro mani da padre e figlia, L’ora del caffè ci porta a riflettere sugli stereotipi, su come questi influenzano la nostra vita e su come spesso si esagera nell’additare tante situazioni come stereotipi da esorcizzare.
Si riflette sui diritti relativi alla parità dei generi, sui cibi che vanno o non vanno consumati, sul perchè della relativa scelta.
Si mette in evidenza un disturbo che sta colpendo i più giovani: l’eco-ansia.
Si nota come un tempo non c’erano lamentele inutili, ma non per questo tutto era giusto o tutto era sbagliato; si pone l’accento sulla povertà culturale dei giovani, sulla differenza delle generazioni, sulla difficoltà di lavorare e tanto altro ancora.
L’attitudine al lavoro da cosa dipende? Veramente i giovani non vogliono fare la gavetta e sono pigri? E se fosse un alibi per una pericolosa fallacia?
Tutte tematiche interessanti che ci portano a riflettere e il titolo, così come spiega l’autore, pone l’accento sul rituale del caffè, capace di avvalorare l’importanza della discussione che scaturisce dalle chiacchiere tra le due generazioni a confronto.
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