La dinastia Giulio- Claudia
La dinastia Giulio-Claudia parte con Ottaviano Augusto nel 31 a. C. (Augusto morirĂ nel 14 d. C.) e prosegue con :
- Tiberio ( 14-37 d. C.)
- Caligola (37-41 d. C.)
- Claudio (41-54 d. C. )
- Nerone (54-68 d. C.)
Tiberio sale al potere all’età di 50 anni; uomo colto, raffinato, esperto di etruscologia, negli ultimi anni di regno diventa misantropo, sospettoso e paranoico. Egli è figlio legittimo di Livia (nato dal suo precedente matrimonio), moglie di Augusto e da questi viene adottato. Suo erede sarà Caligola, che governa appena quattro anni (abbastanza per svuotare le casse dello Stato) prima di essere assassinato da una cospirazione di pretoriani (guardie del corpo degli imperatori). Nessuno lo piange. Morto Caligola Claudio viene investito imperatore dai pretoriani, mentre il Senato pensa a una restaurazione repubblicana. Claudio è nipote di Tiberio e zio di Caligola. E’ ridicolizzato dagli antichi, visto come ubriacone, balbuziente e succube delle sue quattro mogli (due delle quali passate alla storia: Messalina per le sue tresche oscene e Agrippina madre di Nerone). Nel 50 d. C. adotta Nerone. A Claudio si devono importi opere pubbliche, strade e acquedotti. Mette a morte la moglie Messalina, colpevole di aver ordito una congiura per porre sul trovo suo figlio Britannico di appena 7 anni. Conquista la Britannia che diventerà in seguito provincia romana. Concede la cittadinanza ai notabili della Gallia.
Durante il suo principato Seneca verrĂ esiliato in Corsica.
Suo successore è Nerone, figlio di Agrippina (seconda moglie di Claudio e sorella di Caligola) che pare sia stata l’assassina del marito. La Domus Aurea è stata da lui fatta costruire dopo l’incendio di Roma nel 64 d. C. I costi per la ricostruzione sono altissimi e la colpa dell’incendio ricade sui cristiani, anche se alcuni storici sostengono che sia stato lo stesso Nerone a ordinarlo. Quando il senato lo dichiara nemico pubblico si suicida.
Con la sua morte inizierà un periodo di guerre civili. A lui si deve anche l’attuazione di una riforma monetaria che prevede la riduzione di oro e argento per coniare le monete e ciò sfavorisce i nobili e l’ordine equestre.