Maometto e l’Islam
Nel VI secolo Costantinopoli si difendeva dagli attacchi dei nemici persiani, mentre in Europa e in Asia iniziava a farsi strada un pericolo che un secolo dopo avrebbe dato seri problemi. Questo grande pericolo arrivava dall’Arabia.
Nel deserto arabico vivevano i beduini, pastori nomadi raggruppati in tribù, allevando dromedari. Nello Yemen vi erano regioni abbastanza ricche d’acqua; qui si erano sviluppati regni splendidi, come il regno di Saba. I romani chiamavano questa zona Arabia felice.
I popoli dell’Arabia centrale adoravano una pietra nera (portata dall’arcangelo Gabriele), posta in un piccolo santuario a forma di cubo chiamato Ka’aba (sito a La Mecca) e vivevano divisi in tribù. Inizialmente le loro conquiste erano volte all’integrazione tra ebrei, cristiani e mussulmani; la religione ebbe un ruolo decisivo nel creare una forte coesione nel popolo, nonostante mancasse un programma politico preciso.
Una delle città da cui partivano i mercanti era La mecca; qui, nel 570/580, nacque Maometto. Nato in una famiglia non agiata di mercanti, cominciò la sua attività commerciale al servizio di una ricca vedova, Kadigia, che più tardi avrebbe sposato. Il suo lavoro gli permise di percorrere le principali rotte verso Nord, incontrando diversi mercanti ebrei e cristiani e di apprendere da questi le dottrine delle loro religioni. Il suo spirito riformatore e visionario gli permise di essere un buon narratore – da qui il termine Corano – che raccontava i contenuti normativi e mitici di questa nuova fede. A La Mecca le sue parole non incontrarono grandi consensi (gli arabi erano politeisti e idolatri) e così si spostò a Medina nel 622, anno che segna l’inizio dell’era mussulmana.
L’emigrazione a Medina prende il nome di ègira e il 622 è considerato dai mussulmani una data importantissima. Qui seppe diffondere la sua dottrina della sottomissione (Islam) ad Allah. Seppe imporre uno stile di vita legato alle cinque preghiere quotidiane, al mese di Ramadan, alla rinuncia al vino. Organizzò spedizioni militari vittoriose contro gli arabi politeisti, espulse gli ebrei e infine sottomise La Mecca. Quando morì, nel 632, tutta l’Arabia era unita e mussulmana.
I mercanti di La Mecca non videro di buon occhio la religione islamica perchè erano preoccupati che la fine dei culti di divinità e idoli danneggiasse i loro affari, venendo meno i pellegrinaggi alla Ka’aba.
Alla morte di Maometto gli arabi elessero quattro califfi, cioè successori.
Il principio fortemente autoritario di Dio seppe trasformare queste tribù in un’armata potente e unita che nel 639 conquistava l’Egitto.
Solo le divisioni interne potevano arrestare questa avanzata. A Maometto succedette Omar e a questi Otman, meno carismatico. Una parte degli arabi, allora, cominciò a osannare Alì, genero di Maometto, e assassinarono Otman. Moavia, cugino di Otman, osteggiò l’elezione a califfo di Alì, rifiutandosi di cedere il governo della Siria (tenuto da 17 anni). Il mondo mussulmano si spaccò in due:
- I seguaci di Alì o sciiti, controllavano Arabia e Iraq
- I seguaci di Moavia (della casa degli Omaiadi) o sunniti, controllavano Siria ed Egitto
I sunniti prevalsero sugli sciiti uccidendo prima Alì e poi il figlio Husain nella battaglia di Kerbela (680).
Con i califfi ebbe inizio l’età delle conquiste fuori dall’Arabia. All’impero bizantino strapparono l’Egitto, le province di Siria e Palestina, occuparono la Persia e la Mesopotamia. Infine, tutte le regioni mediterranee dell’Africa caddero in mano mussulmana (Libia, Tunisia, Algeria e Marocco).
Dopo quattro califfi elettivi abbiamo la dinastia degli Omayyadi che scelse come capitale Damasco. I mussulmani non arabi godevano di privilegi inferiori rispetto ai mussulmani di origine araba (pagavano tributi, erano esclusi dalla spartizione di bottini grossi e da incarichi più importanti), per questo si allearono con la potente famiglia degli Abbasidi che prese il potere e governò per cinque secoli. La nuova capitale fu Bagdad.
Durante il VII secolo l’impero bizantino fu retto da personaggi mediocri e questo permise l’avanzata dei mussulmani. Sarà Carlo Martello a fermare l’avanzata a Poitiers nel 732, arrestando le loro pretese verso l’Europa. Nel 740 gli arabi subiranno un’altra importante sconfitta a opera dei bizantini in Anatolia.
Dall’India gli arabi importarono un nuovo sistema di numerazione basato su 10 simboli (aggiunsero loro lo zero), le cifre arabe che ancora oggi usiamo.
Dalla Cina portarono la carta, un nuovo materiale per scrivere. I maestri dei cartai di Fabriano, nelle Marche, erano arabi.