I Longobardi in Italia
Nel 568 i Longobardi invasero la pianura padana e gli abitanti delle zone cercarono riparo sulle isole della laguna veneta dove stava sorgendo Venezia.
Guidati da capi militari chiamati duchi, i longobardi occuparono buona parte della penisola e fondarono numerosi ducati (del Friuli, di Spoleto, di Benevento, ecc). La sede del re longobardo fu stabilita a Pavia.
Tra bizantini e longobardi non riusciva a prevalere nessuno e così l’Italia rimase divisa in zone sotto il dominio barbaro e zone romane. La parte bizantina prende il nome di Romania e quella longobarda Longobardia: da questi nomi (che determinavano zone molte più ampie) derivano quelli dell’attuale Romagna e Lombardia.
I longobardi erano ariani o pagani, ma già il secolo dopo il loro arrivo in Italia, nel VII, si convertirono lentamente al cattolicesimo.
La lingua che si impose tra i due popoli fu quella dei romani (non senza la mescolanza con parecchie parole germaniche). Quando il re longobardo Rotari decise di far trascrivere le leggi del suo popolo, fino a quel momento trasmesse oralmente, gli scrivani adottarono il latino, non essendoci alcuna tradizione di scrittura longobarda. Così nel 643 ci fu l’editto di Rodari : il nome dato alla raccolta di leggi. Grazie all’editto siamo venuti a conoscenza di molte informazioni importanti sulla società longobarda, per questo è considerato il più importante tra i documenti storico dell’Alto Medioevo.
Ricordiamo che nell’Alto Medioevo a causa di guerre, carestie ed epidemia, come la peste del 542, cala la popolazione, le città diventano più piccole a causa del calo demografico e vengono costruite mura difensive per contrastare gli attacchi nemici.
Anche le zone coltivate si riducono, lasciando spazio a boschi, foreste, paludi e acquitrini.
Sorgono le chiese cristiane per via della diffusione capillare della religione.