La scoperta dell’America
Nel XV e XVI secolo l’Europa aveva bisogno di spezie e oro. Le prime servivano per migliorare il sapore dei cibi e per realizzare medicinali, il secondo per battere monete; poiché l’Europa aveva esaurito le sue miniere, l’oro giungeva dall’Africa, portato dai mercanti mussulmani sino al Mediterraneo (non permettevano agli infedeli di commerciare all’interno del loro territorio). Pepe, noce moscata, cannella e chiodi di garofano, allo stesso modo, venivano portati nei porti del Mediterraneo e del mar Nero dagli arabi e da qui distribuiti in tutta Europa dalle navi veneziane e genovesi. Questi passaggi a catena facevano lievitare il prezzo delle spezie.
Rifornirsi era difficile. Già nel Medioevo, mercanti coraggiosi, come il veneziano Marco Polo, si erano spinti fino in Cina per fare affari. All’epoca la Cina era governata dal Gran Khan, imperatore mongolo, ma successivamente il potere fu preso dalla dinastia cinese dei Ming e l’antica via della Seta, percorsa dai mercanti europei, divenne insicura. I commerci tra Asia ed Europa si erano, dunque, interrotti.
Via mare, invece, i turchi controllavano il Mediterraneo e l’impero ottomano ostacolava i mercanti europei.
Per ridurre i costi delle merci si cercò di raggiungere le Indie circumnavigando l’Africa. I primi a tentare l’impresa furono i portoghesi. Grazie alle caravelle, alla bussola, alle carte nautiche, all’astrolabio e ai portolani le esplorazioni geografiche furono rese possibili. Nel 1487 Bartolomeo Diaz giunge fino al Capo di Buona Speranza e dieci anni più tardi Vasco da Gama raggiunge l’India (sbarcando nel porto di Calicut oggi chiamato Kozhikode).
Nel 1492, pochi anni prima che Vasco da Gama approdasse a Calicut, il genovese Cristoforo Colombo, credendo di essere arrivato in India, sbarcò in America! Il suo intento era quello di acquistare direttamente i prodotti in India e per farlo non voleva circumnavigare l’Africa come i portoghesi, ma arrivare in Oriente (est) navigando verso Occidente(ovest).
Cristoforo Colombo per compiere l’impresa aveva bisogno di finanziamenti, prima li chiese al re di Portogallo che rifiutò, poi ai geografi portoghesi che considerarono l’impresa bizzarra e, infine, ai sovrani di Spagna – Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona – che dopo lunghe trattative gli concessero tre caravelle ( la Nina, la Pinta e la Santa Maria) e un equipaggio di novanta uomini. Colombo partì dalla Spagna e invece si diresse a sud, sostando nelle Canarie. Da qui, dopo 37 lunghi giorni, arrivarono in America, in una piccola isola che battezzò San Salvador, nell’arcipelago delle Bahamas. Convinto di aver raggiunto le Indie chiamò gli abitanti del luogo indios.
Colombo nelle successive spedizioni conobbe il Venezuela e altre parti dell’America centrale, capendo di trovarsi in un “altro mondo” che egli però pensava si trovasse a sud dell’Asia. La terra scoperta purtroppo non aveva grandi quantità d’oro e Colombo fu destinato a perdere prestigio a corte, tanto che morì in povertà.
Il nome America fu dato in onore di Amerigo Vespucci, un altro navigatore italiano che compì importanti viaggi di esplorazione in America meridionale, probabilmente capendo che si trattava di un nuovo continente.
Nuove spedizioni raggiunsero il Canada e il Brasile. Ferdinando Magellano, che viaggiava per conto della Spagna, diede la prova definitiva che la Terra è rotonda, scoprendo il passaggio tra Atlantico e Pacifico, all’estremo Sud dell’America, dove trovò lo stretto che oggi porta il suo nome: lo stretto di Magellano . Egli fece il giro del mondo in tre mesi e venti giorni (durante i quali morì).
Spagna e Portogallo si divisero il possesso delle nuove terre con il trattato di Tordesillas (1494) : una linea immaginaria, la raya, divideva il mondo, la parte est apparteneva al Portogallo, quella ovest alla Spagna.
Le colonne d’Ercole, erette dal mitico Ercole per segnalare il confine (nello stretto di Gibilterra, cioè il passaggio tra il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico) oltre il quale all’uomo non è concesso di avventurarsi non facevano più paura!
Dalla scoperta dell’America alla conquista
L’America già prima dell’arrivo degli europei era sede di millenarie civiltà. La più antica fu quella degli Olmechi, fra il 1000 e il 300 a. C. Queste civiltà vengono chiamate mesoamericane e un’altra importante fu quella dei Maya, la cui massima affermazione risale al III secolo d. C. La loro attività principale era l’agricoltura, coltivavano: mais, fagioli, pomodori.
Nel 1500 quando gli spagnoli arrivarono in America la civiltà maya era in declino; in pieno sviluppo era, invece, la civiltà messicana degli Aztechi. Essi erano guerrieri e offrivano agli dei sacrifici umani.
Nella regione delle Ande troviamo invece gli Inca, la cui capitale dell’impero era la ricca città di Cuzco.
La prima importante spedizione dei conquistadores spagnoli fu quella guidata da Cortés contro l’impero azteco. Nonostante l’inferiorità numerica sottomisero gli aztechi, grazie ai cavalli, alle armi da fuoco, al fatto che furono scambiati per divinità e all’astuzia nel saper sfruttare il malcontento della popolazione autoctona. Il Messico divenne una colonia della Spagna e fu chiamato vicereame della nuova Spagna.
Francisco Pizarro guidò i conquistadores contro gli inca e fece conquistare le loro terre: la colonia spagnola prese il nome di vicereame del Perù.
Gli europei non mancarono di portare nel nuovo mondo anche le proprie malattie come la varicella, il vaiolo, il morbillo e il tifo.
Il centro dei commerci si sposta dal Mediterraneo all’Atlantico. I porti atlantici si sviluppano uno dopo l’altro: Lisbona (Portogallo), Siviglia (Spagna), Anversa (Fiandre), Amsterdam (Olanda) e Londra (Inghilterra).