Francia: monarchia assoluta
In Francia, nel 1610, salì al trono il giovane Luigi XIII, figlio di Enrico IV, che si giovò dell’abilità del primo ministro per quasi vent’anni: il cardinale Richelieu. Questi creò gli intendenti, funzionari di origine borghese che sostituirono i nobili nel governo delle province. Il suo lavoro fu proseguito da Mazzarino, ministro del futuro re Luigi XIV. I nobili si ribellarono dando vita alla rivolta della Fronda, in cui coinvolsero i popolani. La rivolta fu sedata e il futuro re di Francia, Luigi XIV si impegnò a ridurre fortemente il potere dell’aristocrazia.
Luigi XIV iniziò a verificare se il titolo nobiliare fosse vero o frutto di invenzione. Istituì un tribunale che si occupava solo di questa mansione. Inoltre, sotto lauto pagamento, concesse il titolo di nobiltà ai borghesi che lo richiedevano. L’idea migliore fu quella di costringere i nobili a vivere lontano dalle proprie terre, obbligandoli a vivere nella reggia di Versailles, poco lontano da Parigi, con centinaia di stanze destinate a ospitare la nobiltà di Francia. Solamente chi faceva vita di corte poteva ottenere i favori del re, uno stipendio, un incarico o un’onorificenza.
Il periodo di splendore che ne seguì valse al re l’appellativo di re Sole. La Francia divenne la nazione dominante e il francese fu adottato come lingua franca, ovvero per intrattenere rapporti commerciali e diplomatici tra stato e stato, sostituendosi al latino.
Depauperati dal potere i nobili, ormai dediti solo all’ozio e alla vita di corte, eliminata la carica del primo ministro, il re Sole poteva affermare “lo stato sono io”, in quanto tutto in Francia dipendeva da lui e dai suoi fidati intendenti: le leggi, le tasse, l’esercito, la giustizia, i terreni.
Il re Sole tassò pesantemente le importazioni dall’estero e favorì le esportazioni. Annullò l’editto di Nantes costringendo gli ugonotti a fuggire in Olanda e Inghilterra.