Cosa sono le avanguardie educative?
Il testo riportato è estrapolato dalla seconda edizione del manuale di Irene Viola, direttrice del Centro Studi Socrate e chiarisce in maniera esplicativa la domanda.
Il Progetto Avanguardie educative nasce nel 2014 dalla collaborazione tra l’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa) e 22 scuole fondatrici che hanno sottoscritto un Manifesto programmatico per l’innovazione costituito da sette macro temi. A distanza di soli 4 anni le scuole di ogni ordine e grado che hanno aderito al progetto sono diventate oltre 800.
Ma vediamo in cosa consiste questo progetto.
Le scuole che aderiscono al movimento possono sperimentare e utilizzare dei veri e propri percorsi di innovazione metodologica e didattica.
Il Movimento si apre alle scuole in 2 direzioni:
- ADOTTA UN IDEA: le scuole possono “sposare” un progetto già strutturato da un’altra scuola attingendo dalle proposte presenti nella «Galleria delle Idee per l’Innovazione»; in questo caso le scuole che aderiscono a una o più “Idee per l’Innovazione” entrano a far parte di un percorso di assistenza online e in presenza, confrontandosi con l’INDIRE e con le scuole capofila per rendere replicabile l’esperienza di innovazione e fornire assistenza in itinere a docenti e dirigenti
- PROPONI UN’ESPERIENZA DI INNOVAZIONE: la scuola aderisce a una o più “Idee per l’Innovazione” e ne amplia l’offerta presentando nuove proposte. Naturalmente le nuove proposte devono essere in linea con gli obiettivi del Manifesto. In questo caso, attraverso un lavoro di analisi e ispezioni, l’INDIRE e le scuole proponenti produrranno nuove idee per incrementare la galleria.
“La Galleria delle Idee” è la rappresentazione concreta dei principi del Movimento ed è composta da 12 Idee (che trovano riscontro negli obiettivi della legge 107 e nelle azioni del PNSD) a cui se ne sono aggiunte altre 3.
Guardiamole nel dettaglio:
1- Aule laboratorio disciplinari
le aule sono assegnate in funzione delle discipline che vi si insegneranno, per cui possono essere riprogettate e allestite con un setting funzionale alle specificità della disciplina stessa. Il docente non ha più a disposizione un ambiente indifferenziato da condividere con i colleghi di altre materie, ma può adeguarlo a una didattica attiva di tipo laboratoriale, predisponendo arredi, materiali, libri, strumentazioni, device e software.
2- Bocciato con credito
per affrontare il problema della demotivazione degli studenti e del loro insuccesso scolastico, la proposta prevede che tutte le discipline per le quali il giovane ha conseguito un giudizio di sufficienza, vengano registrate come «credito formativo» nel suo curriculum. L’anno successivo, in caso di ripetenza, il Consiglio di Classe prenderà atto degli eventuali risultati positivi raggiunti (nonostante l’esito globale negativo) e li registrerà come punto di partenza della costruzione del curriculum e degli impegni da proporre allo studente.
3- Compattazione del calendario scolastico
consiste in una distribuzione non omogenea del numero di ore annuali di una disciplina nell’arco dell’anno scolastico. Riorganizzare l’orario scolastico sulla base di blocchi temporali più lunghi di quelli tradizionali implica la ricerca di un nuovo modo di insegnare.
4- Debate (Argomentare e Dibattere)
consiste in un confronto nel quale due squadre composte da studenti sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dall’insegnante, ponendosi in un campo (pro) o nell’altro (contro). Permette di acquisire competenze trasversali («life skills»), smontare alcuni paradigmi tradizionali e favorire il cooperative learning e la peer education non solo tra studenti, ma anche tra docenti e tra docenti e studenti.
5- Spazio flessibile (Aula 3.0)
le tecnologie digitali consentono il superamento della stessa dimensione fisica dell’aula e l’accesso ad ambienti di lavoro collocati nello spazio virtuale. Rispetto all’aula tradizionale, l’«Aula 3.0» riconfigura sia la sua organizzazione in termini di apertura verso l’esterno, sia il suo assetto in senso propriamente fisico, tramite modifiche evidenti alla disposizione degli arredi. Il tutto per favorire una didattica innovativa, che privilegia approcci laboratoriali e collaborativi.
6- Spaced learning (Apprendimento intervallato)
è una particolare articolazione del tempo della lezione che prevede tre momenti di input e due intervalli. I ragazzi saranno chiamati a dimostrare di aver acquisito il contenuto condiviso nei primi input, applicando le conoscenze in contesti di esercitazione o situazioni-problema. Al termine il docente verificherà l’effettiva comprensione del contenuto della lezione tramite TEAL (Technology Enhanced Active Learning), una metodologia didattica che vede unite lezione frontale, simulazioni e attività laboratoriali su computer, per un’esperienza di apprendimento ricca e basata sulla collaborazione. Prevede un’aula con postazione centrale per il docente; attorno alla postazione sono disposti alcuni tavoli rotondi che ospitano gruppi di studenti in numero dispari.
L’aula è dotata di alcuni punti di proiezione sulle pareti ad uso dei gruppi di studenti.
7- Dentro/fuori la scuola
attraverso una pluralità di azioni, rilancia la funzione della scuola come ambiente di socializzazione, come agenzia in grado di formare i ragazzi e incentivare l’acquisizione di competenze, conoscenze e abilità necessarie per vivere e interagire nella società dell’informazione e della conoscenza. Intende valorizzare le istituzioni scolastiche come comunità attive, aperte al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie, la comunità locale, il terzo settore e le imprese.
8- Didattica per scenari
è un approccio che si prefigge di introdurre pratiche didattiche innovative, potenziate da un uso efficace delle nuove tecnologie. Punti di partenza sono gli «scenari», ovvero descrizioni di contesti di insegnamento/apprendimento che incorporano una visione di innovazione pedagogica centrata sull’acquisizione – da parte degli studenti – delle cosiddette «competenze per il XXI secolo».
Ogni scenario incorpora una differente visione e fornisce un differente set di indicazioni «learning activities», attraverso le quali il docente e la scuola giungono a scrivere ed implementare un vero e proprio progetto didattico: la «Learning story».
La ICT Lab fa riferimento a tre temi tecnologici: artigianato digitale, coding e physical computing.
Artigianato digitale è ciò che porta alla creazione di un oggetto attraverso la tecnologia, quindi dal CAD e il disegno 3D, alla stampa 3D.
Sono definite attività di coding tutte quelle volte all’acquisizione del pensiero
computazionale, e che mettano lo studente nella condizione di istruire la macchina a “fare cose” anziché ricorrere ad altre già create e disponibili.
Per Physical computing si intende la possibilità di creare oggetti programmabili che interagiscono con la realtà; il campo di applicazione più noto è quello della robotica.
9- Flipped classroom
la lezione diventa compito a casa mentre il tempo in classe è usato per attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. In questo contesto, il docente non assume il ruolo di attore protagonista, diventa piuttosto una sorta di facilitatore, il regista dell’azione didattica. Nel tempo a casa viene fatto largo uso di video e altre risorse digitali come contenuti da studiare, mentre in classe gli studenti sperimentano, collaborano, svolgono attività laboratoriali.
10- Integrazione CDD (Contenuti Didattici Digitali)
la norma prevede che «a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, gli istituti scolastici possano elaborare il materiale didattico digitale per specifiche discipline da utilizzare come libri di testo e strumenti didattici per la disciplina di riferimento». La scuola si trasforma in un grande laboratorio dove si apprende il processo di costruzione della conoscenza attraverso la progettazione (a cui partecipano insegnanti e studenti) di libri di testo e materiali didattici che sono insieme strumento e prodotto dei percorsi di formazione.
3 nuove idee si sono aggiunte in quest’ultimo anno:
11- Apprendimento differenziato
l’idea, proposta dall’Istituto comprensivo “G. Mariti” di Fauglia, in provincia di Pisa, nasce da un’esperienza consolidata, quella delle “Scuole senza zaino“ con l’obiettivo di garantire agli studenti un percorso di formazione individualizzato e motivante. Lo spazio e il tempo della didattica risultano completamente rivoluzionati per favorire nei ragazzi e nei docenti momenti di condivisione, discussione e riflessione. Gli studenti sono chiamati
a svolgere un ruolo attivo nella pianificazione delle loro attività quotidiane e nella partecipazione alle attività della scuola in generale. L’attività in classe si organizza per “tavoli di lavoro”, con compiti diversi, a rotazione.
12- Lavoro autonomo e tutoring
è invece l’idea presentata dalla “Scuola Città Pestalozzi” dell’Istituto Comprensivo Centro storico di Firenze, in coerenza con il lavoro condotto sull’educazione affettiva. Il lavoro autonomo prevede un’organizzazione oraria che concede agli studenti uno spazio individuale per affinare la capacità di studio e di approfondimento. Per questa attività, lo studente è affiancato da un tutor che può essere un docente (che non valuta, ma diventa “l’amico grande”) o un compagno che lo aiuta lavorando a stretto contatto con lui.
13- Oltre le discipline
È l’Idea proposta dall’IC «Giovanni Falcone» di Copertino, in provincia di Lecce. Con questa proposta si intende superare la rigidità e la frammentarietà delle discipline, allo scopo di potenziare la didattica curricolare per competenze. A questo scopo, la scuola mette in atto quella che indica come la “pacchettizzazione dell’orario”, suddividendo le attività di ogni docente tra quelle relative alle “lezioni tecniche” e quelle dedicate allo sviluppo di competenze su temi trasversali, secondo nuclei fondanti delle discipline individuati in fase di programmazione. [descrizioni riprese dal sito
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