Io cammino da sola recensione
Alessandra Beltrame scrive questo libro pensandolo come un testo di formazione. Un romanzo, Io cammino da sola, sul cammino compiuto insieme a una conoscente. Due donne che si conoscono poco, ma che vogliono compiere il cammino della via Francigena insieme, perchè da sole non se la sentono di lasciare tutto e partire alla volta di sentieri ignoti. La protagonista è infelice e pensa che camminando possa trovare il suo centro, ma presto si accorge che camminare è difficile senza i bastoncini da trekking. Ci prova lo stesso, con affianco quella donna completamente diversa da lei, per questo a volte la sua presenza la infastidisce. Alessandra, infatti, cammina da sola perchè è lei a essere inadatta al cammino in compagnia. Lei è “sola per destino: è la sua natura, la sua inclinazione“. Mai le è mancato qualcuno che la accompagnasse.
Scoprirà sentieri stupendi, di un colore diverso da quello che ha nel cuore. Giunta nel Lago di Bolsena a Viterbo si lascia andare ai ricordi dell’infanzia e a tutte quelle sensazioni positive che questi le hanno lasciato. Non era la prima volta che un ricordo felice le donava serenità, un ricordo così profondo da volerlo tatuare nella pelle. Arrivata a destinazione si sente piena e meno sola. Lei cammina da sola perchè non è adatta a camminare con altri, a condividere la vita, perchè lei “è così, cammina per la strada da sola, nel freddo e in inverno, perchè è il suo destino, perchè se lo può permettere, perchè non ha obblighi, perchè ha il coraggio di essere libera e la libertà non si dà: è una conquista“.
Eppure a me non mi ha convinto! A mio avviso è partita sola ed è arrivata sola: ne ha ancora di strada da fare per essere libera.
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