I nomi nella lingua italiana
I nomi si distinguono in:
- Nomi comuni. Servono a riferirsi genericamente agli individui. Es. mamma, uomo, cane, gatto, latte, uovo
- Nomi propri. Si riferiscono a un solo individuo. Es. Eleonora, Giuseppe, Armando, Pluto, Fido, Kitty, Roma, Catania, Milano. ecc. Questi nomi si scrivono con la lettera iniziale maiuscola.
- Nomi concreti. Riferito ai nomi comuni che indicano cose concrete e materiali. Es. banco, libro, odore, cane, musica. Sono cose che ci è possibile vedere, toccare, annusare, mangiare, ascoltare.
- Nomi astratti. Riferito ai nomi comuni che non possiamo percepire coi sensi ma raffigurare solo nella mente. Es. bontà, cattiveria, onore, rispetto, gioia, tristezza.
- Nomi numerabili. Indicano cose che si possono contare. Es. un limone, due limoni, tre limoni.
- Nomi di massa. Indicano nomi non numerabili, in quantità indistinta. Es. acqua, sabbia, terra. Di solito usati solo al singolare.
- Nomi collettivi. Indicano gruppi, insiemi di persone, animali o cose. Es. gente, flotta, bosco, biancheria. Alcuni sono numerabili (una flotta), altri no (*una gente).
Costruzione a senso
Quando un nome collettivo fa da soggetto ed è singolare, il verbo a volte viene messo al plurale. Es. uno stormo di uccelli volavano sulla città. Questa concordanza a senso del nome col verbo è errata. Il verbo è al plurale perché il senso del soggetto è plurale. In realtà la frase corretta sarebbe: uno stormo di uccelli volava sulla città.
La declinazione
E’ detta declinazione la variazione di forma dei nomi (come quella dei pronomi e degli aggettivi).
Spesso il nome è preceduto da un articolo: il cane del vicino.
La maggior parte dei nomi può variare nel numero: ragazzo/ragazza/ragazzi/ragazze. Diversi però non hanno il plurale: la sabbia, la gente.
Alcuni nomi variano anche nel genere: ragazzo/ragazza/ragazzi/ragazze. Molti hanno un genere unico: albero è sempre maschile, povertà è sempre femminile.
Un gruppo limitato di nomi non varia né nel genere né nel numero: gas, città, virtù.