Un giorno ideale per i pescibanana
La chiave di lettura che suggerisco:
“Nell’albergo c’erano novantasette agenti pubblicitari di New York…”
Possiamo già notare dal l’incipit la critica che Salinger fa nei confronti della società. Parliamo degli anni del dopo guerra, la gente ha bisogno di dimenticare il conflitto, abbiamo il boom economico e il bisogno di consumare, vendere, vendere e vendere.
Da qui già il numero esagerato di agenti pubblicitari in un solo albergo che occupano tutte le linee telefoniche. Non abbiamo più gente a automi frenetici.
La critica sta pure nel conformarsi, una società che educa a una falsa uguaglianza; quella dell’apparire.
Poi l’attenzione di Salinger si sposta sulla protagonista Muriel, moglie di Seymour, e sulle azioni futili che compie riempendo tutto il tempo della mattinata; leggere riviste di gossip, mettere lo smalto, ripulire gli oggetti che usa per farsi bella. Si evince il comportamento di una persona abbastanza narcisista.
Allora già in poche righe abbiamo la capacità con cui l’autore riesce a spiegare i comportamenti di uomini e donne dell’epoca.
Ma Salinger ci mette pure in guardia su una cosa: questi non sono solo comportamenti legati alla sua generazione.
Quando Muriel riceve la chiamata della madre abbiamo uno specchio su cosa pensa l’autore: ci sarà sempre il narcisismo, l’egoismo, il criticare e giudicare gli altri. Questo pensiero lo si capisce dalle critiche che tiene la madre di Muriel sui comportamenti suicidi di Seymour.
Adesso arriviamo a Seymour, per molti versi è il protagonista del racconto ma l’autore sa usare il giusto distacco e lo usa per raccontare il vero nucleo del racconto: “cosa è un pescebanana?”
Cosa è lo possiamo capire dal comportamento con cui lo descrive Seymour: “entra nella grotta bananifera s’ingozza così tanto da non riuscire più a uscirne fuori.”
L’autore non lo chiama più “uomo” ma “pescebanana” usa un nome banale per chi vive di banalità.
La mia conclusione, e ripeto la mia, ci troviamo di fronte a una critica sottile ma pungente sulla società ritenuta “avara.” Possiede e possiede fino a non smettere; una corsa che non porta a un traguardo ma alla fine dell’individuo.
Seymour torna in camera: “il giovanotto guardò la ragazza addormenta…” Muriel ha passato l’intera giornata per curare il suo aspetto e alla fine? È addormentata.
Ma siamo sicuri che si stia rivolgendo solo a Muriel? Seymour non sta guardando solo Muriel, con lei sta guardando una generazione, la sua generazione. Una generazione che si è addormentata.