La crepa preziosa
“Ciò che fa notte dentro di noi può lasciare stelle” partendo da questa frase di Victor Hugo scritta nel suo ultimo romanzo Novantatré, Valeria Cipolli, autrice di La crepa preziosa, espone una bellissima prefazione che introduce poesie profonde.
Estrapolando queste brevi righe è possibile capire il taglio che l’autrice vuole dare alla silloge poetica: “La sofferenza non solo ci è maestra di vita ma se vista dalla giusta prospettiva può lasciare una scia di stelle dentro di noi: sono i nostri punti di forza nati dai punti di sutura delle lacerazioni, le nostre cicatrici che si sono trasformate in arabeschi “.
Questo libro va letto con uno sguardo positivo, proprio come fanno gli orientali, i quali riparano gli oggetti mettendo in risalto i punti di rottura, usando una particolare lacca dorata. Trasportando questo concetto alla profondità interiore di ognuno di noi ci porta a riflettere su un concetto chiave: trasformare i punti deboli in punti di forza.
Le poesie sono tutte interessantissime, ma ne ho scelta una che a mio avviso risulta essere la più carica di positività.
Il titolo di quel minuto
Aveva un ritmo
tutto suo
quel sapone odoroso
sgattaiolato dai lenzuoli stesi,
una sua partitura
che potevo leggere
tra le note basse di bucato
e quelle pulite della natura,
di sole e limone
e si faceva così andante,
impetuoso
nel suo crescendo di vicolo
che pareva scuotere il materasso del cielo
rimbalzando le nuvole
e la mia testa di nido.
Dal monte ecco salire
uno spettro di colori pennuti,
sinceri per natura.
Senza inganno è qui la realtà.
La mia speranza di volare si era spennata
ma adesso che è marzo
ho mutato piumaggio.
Nuove ali gentili
son nate dal peggio.
Io ci leggo l’importanza delle piccole cose, come faceva Gozzano, e il desiderio di rinascita. Voi?
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