L’ Accento
Leggendo puoi notare che in ogni parola la voce si posa più intensamente su una determinata sillaba. Nella parola supererà, la voce cade sull’ultima sillaba, il Stefano si poggia sulla terzultima, mentre in quinto e livello sulla penultima.
La più forte intensità di tono con cui si pronuncia la vocale di una sillaba in una parola costituisce l’accento tonico.
La sillaba accentata si chiama sillaba tonica, la vocale accentata si chiama vocale tonica mentre le altre sillabe si chiamano àtone, cioè prive d’accento.
A seconda della sillaba su cui l’accento tonico cade, le parole di dividono in:
- Tronche: se l’accento cade sull’ultima sillaba.
- Piane: se cade sulla penultima
- Sdrucciole: se cade sulla terzultima
- Bisdrucciole: se cade sulla quartultima
Generalmente l’accento tonico non si scrive, tranne che sulle parole tronche e a volte per distinguere le parole omografi, cioè che si scrivono allo stesso modo ma hanno significato diverso (sùbito / subìto)
Ma se hai de dubbi, nel dizionario troverai gli accenti su tutte le parole.
PROCLITICHE ED ENCLITICHE
Alcune parole monosillabe della nostra lingua sono prive di accento, perciò vengono pronunciate appoggiando l’accento sulle parole che le seguono (da bére, la stìmo) o che precedono (guàrdami, lèggilo).
Nel primo caso si chiamano proclitiche, nel secondo enclitiche.
Le principali proclitiche sono gli articoli determinativi il, lo, la ecc; le preposizioni a, di, da ecc; e le particelle pronominali mi, ti, ci si, vi, ne, la, le, gli che possono essere anche enclitiche: la vedo, si dice, pariale ecc.
Se la parola che la precede è monosillabica, l’enclitica (tranne gli) raddoppia la consonante iniziale: dimmi, vacci, datti ecc.