Mario e Silla
Nel I secolo a. C. Roma si trovava in conflitto con il re del Ponto Mitridate VI, sovrano in Anatolia, regno ellenistico dell’Asia Minore. I cavalieri che riscuotevano le tasse in Asia spinsero per un intervento forte contro Mitridate. Mario si fece portavoce di tali istanze, mentre Silla, ufficiale di Mario durante la guerra in Numidia, sosteneva gli interessi dell’ oligarchia nobiliare non favorevole allo scontro diretto. Lo scontro avvenne. La prima guerra mitridatica avvenne tra l’88 e l’ 85 a. C. quando Mitridate fu attaccato e sconfitto dal re di Bitinia Nicomede, alleato di Roma. Il senato incaricò Silla, divenuto console nell’ 88 a. C., di portare avanti le operazioni militari. L’esercito contro Mitridate fu però guidato da Mario perché l’assemblea del popolo si oppose e affidò lui l’incarico. Silla non accettò la scelta e convinse i suoi soldati a marciare su Roma. Iniziano così le guerre civili a Roma.
Silla si impadronì di Roma, ma fu costretto a tornare in Asia Minore per proseguire la guerra contro Mitridate. I mariani riconquistarono Roma con la forza e obbligarono l’elezione al consolato di Mario e Cinna (seguace di Silla ma poi passato da parte dei popolari). Morto Mario, Cinna tentò una politica moderata di conciliazione con Silla, il quale nell’85 a. C. firmò a Dardano (oggi Akhissar in Turchia) la pace. Ritornando in Italia si fermò a lungo in Grecia , giunse a Brindisi e da lì partì verso la capitale. Lungo il viaggio si assicurò l’appoggio di molte popolazioni italiche con la promessa di mantenere loro la concessione della cittadinanza romana. Giunto a Roma nell’82 a. C. (l’anno prima era morto Cinna) sconfisse l’esercito consolare e si fece nominare dittatore (lex Valeria de sulla dictatore). Instaurò appunto una vera dittatura, eliminando tutti i nemici politici, pubblicando delle liste di proscrizione. Con la legge Cornelia prevedeva la condanna a morte anche per coloro che aiutavano un proscritto.  Tra i perseguitati (furono circa 5 mila) si annovera anche Caio Giulio Cesare.
L’attività politica di Silla si può riassumere in:
- Aumento del potere al Senato (anche se molti senatori vengono messi a morte)
- Aumento dei membri del Senato da 300 a 600
- Aumenta il numero dei magistrati
- Ridimensiona il potere dei tribuni (le loro proposte di legge devono subire un’autorizzazione preliminare)
- La propaganda lo presenta come il capo protetto dagli dei (protetto da Afrodite/Venere) , chiamato dai Latini Felix, ossia fortunato
- Annulla il potere politico dei cavalieri
- Delimita l’importanza dei censori
Nel 79 a.C. si ritira a vita privata a Cuma e l’anno dopo muore a causa di un’emorragia.
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