La dinastia dei Severi
Commodo prima di morire aveva nominato successore l’anziano senatore Pertinace che tentò di riportare all’ordine i pretoriani, ma da questi fu ucciso dopo appena tre mesi di governo. I militari erano i veri governanti e acclamarono imperatori tre uomini in tre regioni dell’impero:
- Lucio Settimio Severo, governatore della Pannonia
- Gaio Nigro, governatore della Siria
- Clodio Albino, governatore della Britannia
Dopo una guerra civile prevalse Lucio Settimio Severo nel 197 d. C. col quale iniziò la dinastia dei Serveri che contò cinque imperatori. Nello stesso anno sconfisse i parti in Oriente e fondò una nuova provincia: la Mesopotamia. Durante il suo regnò concentrò l’attenzione sulle provincie vicino alle frontiere piuttosto che al cuore del regno, per motivi di difesa. Aumentò la paga dei soldati e per farlo moltiplicò il numero di monete ricorrendo allo svilimento della moneta aurea e d’argento.
Suo successore fu Caracalla che aumentò lo svilimento della moneta continuando a coniare monete per pagare i soldati. Promulgò l’editto di Caracalla nel 212 d. C. col quale concesse il diritto di cittadinanza a tutti gli abitanti liberi delle province. Ucciso a tradimento dalla sua scorta lasciò il trono a Elagabalo, giovane di quattordici anni (eletto grazie alle potenti principesse siriane) non affascinato dalla disciplina militare, per cui lasciò governare la madre e la nonna. Questo suo atteggiamento non piacque ai pretoriani che lo uccisero gettandolo nel Tevere. Il trono passò al cugino, Severo Alessandro che fu mite e attento a non opprimere i sudditi. Cercò di ridurre la pressione fiscale e si trovò a fronteggiare diverse invasioni: dei persiani e dei germani. Fu ucciso anche lui dalla milizia.
A succedere al trono troviamo Settimio Severo l’unico che morì di morte naturale. Dopo di lui tutti i successori furono uccisi per mano dei pretoriani o delle milizie. Seguirono cinquant’anni di anarchia militare, anni duri e bui per l’impero romano che vide i barbari entrare entro i confini. La crisi economica e sociale non tarò ad arrivare. Aumentò l’inflazione, ci fu una drastica riduzione dei commerci, le epidemie ridussero la popolazione e, quindi, la produttività; i contadini abbandonavano le campagne e vi furono ribellioni di massa. La crisi era oramai inarrestabile!
La situazione iniziò a migliorare quando nel 284 d. C. , dopo il succedersi di sedici imperatori, fu acclamato dall’esercito Diocleziano, il quale regnò per più di vent’anni.