I Comuni
Perchè nascono i Comuni?
La rinascita nel Basso Medioevo
Le popolazioni cittadine in rapida crescita avevano bisogno di un’autorità efficiente, capace di garantire sicurezza agli abitanti e un rapido sviluppo economico, ma tra l’XI e il XII secolo il Sacro Romano Impero germanico si era molto indebolito (a causa delle lotte per le investiture) e anche i vescovi, privi dell’appoggio imperiale, faticavano a governare la città. Perciò, a partire dalla fine del secolo XI, vari centri urbani europei cominciarono a governarsi da sé, autonomamente. Le città si diedero leggi proprie e propri magistrati; queste nuove forme di autogoverno presero il nome di Comune.
L’età comunale
Durante l’età comunale i Comuni si formarono in diverse regioni d’Europa: Francia, Fiandre, Germania, Italia, ecc. In Italia furono numerosi nella parte Centro – Settentrionale, che era sottoposta al debole Impero romano germanico. Nell’Italia Meridionale, invece, le autonomie di città furono sempre contrastate dal regno normanno di Sicilia e anche le più prospere – come Amalfi, Napoli, Sorrento – non riuscirono ad affermarsi.
Alla base della vita comunale c’era l’Assemblea cittadina (chiamata arengo, parlamento, concione), formata dalla popolazione maschile in grado di prestare servizio militare, che eleggeva i capi del comune, i consoli (da 4 a 20), i quali erano assistiti dai consigli. Inizialmente le cariche pubbliche erano ricoperte da membri di famiglie nobili, col tempo vennero ricoperte anche da membri di ricche famiglie borghesi (gli abitanti del borgo, zona attrezzata. poco lontana dal centro urbano cinto da mura, dove mercanti e martigiani costruivano magazzini e botteghe). Purtroppo all’interno dei comuni le rivalità tra le famiglie erano forti; per porre fine ai conflitti diversi comuni affidarono il governo a un magistrato unico, il podestà, esperto sia nel diritto che nell’uso delle armi, restava al governo per un anno. Questi doveva provenire da un’altra città per non favorire nessuna famiglia.
I conflitti favorirono, nel XIII secolo, l’affermazione della signoria: la città data nelle mani di un solo signore. Questo avvenne perchè il potere passò pian piano nelle mani di alcune grandi famiglie di nuovi ricchi, banchieri o mercanti (il popolo grasso). La loro ricchezza era basata sul denaro e non sulla proprietà terriera. Per difendere i loro interessi si riunivano in corporazioni, ovvero associazioni composte da coloro che esercitavano lo stesso mestiere. L’iscrizione era obbligatoria per chi voleva esercitare un’Arte-mestiere e l’appartenenza a un’arte era regolata in maniera gerarchica:
- prima si era apprendista
- poi socio
- infine maestro, cioè padrone di un’azienda
Le corporazioni di studenti e maestri diedero vita alle prime Università. La prima Università italiana sorse a Bologna nel 1088 ed era specializzata in diritto. Dopo Bologna molte altre ne nacquero e le discipline più diffuse erano il diritto, la teologia e la medicina. Queste ottenevano dalle città privilegi straordinari: l’esenzione totale dalle tasse, la garanzia della piena libertà d’insegnamento e la validità universale dei titoli di studio che elargiva. Qui docenti e studenti erano uniti dall’uso del latino, scritto e parlato, in un mondo che ormai comprendeva solo le lingue volgari: andarono a costituire un élite internazionale che riusciva ad applicare di nuovo il motto dei sapienti greci e romani “dappertutto potrò dirmi in patria”.
L’educazione da bambini era diversa per uomini e donne, i maschi imparavano un mestiere, le donne i lavori domestici (ed erano escluse dagli studi superiori e dall’università). Nell’Europa Settentrionale erano, invece, più emancipate: dirigevano botteghe artigiane, svolgevano redditizie attività commerciali, avevano dipendenti; in Italia era vietato far parte di corporazioni.
Il cantautore De André, nella ballata Fila la lana, mette in evidenza l’impegno in battaglia di un signore medievale e la vita monotona della moglie, condannata ad aspettarlo lavorando al telaio.
Una risposta
[…] riaffermare l’autorità imperiale nell’Italia Settentrionale, dove si erano affermati i comuni. Egli impose ai comuni di accogliere un suo funzionario, il podestà imperiale. Questa manovre non […]