Letterature in lingua volgare
La letteratura in lingua volgare si sviluppò in periodi diversi nelle diverse nazioni europee. Precisamente in Francia nell’XI secolo, in Spagna nel XII e in Italia nel XIII.
In Francia si diffonde la cultura cortese come espressione dell’aristocrazia feudale; proprio questo le permette di avere una letteratura dal carattere unitario già dall’XI secolo, essendo unitario il regno. Diversamente in Italia dovremo aspettare il XIII secolo per veder nascere la letteratura in volgare, perchè qui il territorio è soggetto a un governo frammentato: bisogna aspettare l’impulso dei comuni e dei ceti borghesi.
Le lingue volgari sono dette anche lingue neolatine o romanze e si sono venute formando dalla scissione col latino, usato dai ceti colti e dalla Chiesa. Le principali lingue romanze sono dieci:
- castigliano
- catalano
- portoghese
- provenzale (D’OC o occitano) parlato nel sud della Francia
- francese ( D’OIL) parlato nel nord della Francia
- italiano (lingua del SI)
- sardo
- dalmatico (oggi estinto)
- ladino o retoromanzo (Svizzera -Alto Adige – Friuli)
- romeno
Come abbiamo detto, la letteratura in volgare si sviluppa inizialmente in Francia. Le due lingue parlate erano il provenzale o lingua D’OC e il francese o lingua D’OIL. Le due lingue convissero per due secoli, fin quando il provenzale scomparve a causa della crociata contro gli Albigesi (o catari provenzali), promossa da Innocenzo III, considerati una setta religiosa.
La lingua provenzale era usata per la lirica, mentre quella D’OIL per l’epica.
Nell’813, durante il Concilio di Tours, gli atti ufficiali della Chiesa vennero scritti in latino puro, mentre la predicazione tra la gente avveniva già in tedesco e francese. Sarà l’842 a far nascere il primo documento in volgare romanzo: i due fratelli, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo, pronunciarono un giuramento rispettivamente in francese e tedesco, per essere capiti dagli eserciti.
In Italia il primo documento scritto in volgare fu il Placito capuano del 960.
Va ricordato che alla fine dell’VIII secolo risale l’indovinello veronese. Sicuramente il volgare era già parlato quando furono scritti i primi testi, ma è difficile dire da quanto tempo.
In Inghilterra e Germania i primi documenti scritti in lingua volgare risalgono al 700, quindi precedenti a quelli italiani e francesi. La spiegazione non è difficile da dare: qui si parlava e si scriveva in latino puro (non contaminato come nei paesi romanzi) e a parlarlo erano solamente le persone colte, a cui era stata data un’istruzione. Rispetto ai paesi romanzi, la distanza tra latino scritto e lingua parlata indusse a usare quest’ultima nello scritto, favorendo una nascita più precoce delle lingue nazionali.
L’amore cortese
Dall’epicentro francese si diffuse la cultura cortese, detta così perchè si sviluppa nelle corti dei signori feudali. la cultura cortese è cavalleresca, quindi la figura centrale è il cavaliere. Inizialmente i cavalieri erano solamente rozzi avventurieri che col tempo si trasformarono in cavalieri-poeti, dotati di ideali e devoti al proprio signore. Il cavaliere era simbolo di lealtà, difensore della fede cristiana e portatore di valori nobili. Egli canta la donna amata ripetendo l’atto di vassallaggio prima dovuto al signore feudale.
La dimostrazione d’ amore corrisponde con l’atto di vassallaggio, l’amore è manifestato alla donna moglie del signore: è un amore cortese, extramatrimoniale. La donna non concede il corpo, ma onore, rispetto, promozione sociale e protezione.
L’amore cortese lo ritroviamo in alcuni dei generi letterari nati in Francia. In Francia i più importanti generi letterari furono:
- il poemetto agiografico: scritto in decasillabi da chierici-giullari che raccontano la vita dei santi e dei martiri. il pometto agiografico non nasce in ambiente popolare, ma colto e trova le sue fonti nella trasmissione orale dei fatti.
- narrazione epica: scritta anche questa in decasillabi da chierici-giullari che raccontano la vita dei cavalieri. La Chanson de Roland è la più nota.
- canzonieri d’amore: prendono spunto dalla tradizione orale, vengono trascritti da copisti laici e recitati in pubblico o a corte dal giullare. Per l’esattezza il trovatore dà testo e musica al giullare e questo, dopo averli imparati a memoria, recita alla platea.
- romanzo cavalleresco in versi: rivolto inizialmente al pubblico femminile delle corti finì per interessare anche mercanti e borghesi. Il testo veniva scritto da uno scrittore in proprio, il menestrello, un impiegato di corte retribuito dal signore. Il giullare inizia a perdere il suo ruolo a corte e torna a rivolgersi al pubblico delle piazze. Le tematiche riprese sono tre: 1) antichità (Troia, Tebe, Alessandro Magno); 2) vicende d’amore greche (Florio e Biancifiore); 3) episodi presi dalla leggenda di re Artù (Tristano e Isotta – Lancillotto). Si tratta di storie imperniate sul conflitto tra amore e senso del dovere.
- poesia lirica: nasce in Provenza e la forma metrica usata è la canzone. Si attiene a uno schema ben preciso: si descrive la natura, poi si cantano le lodi della donna, infine si introduce il rivale o maldicente. Il primo poeta provenzale fu Guglielmo IX duca d’Aquitania. Tra gli italiani che scrissero poesie in provenzale ricordiamo Sordello. In Spagna la lingua usata è invece il gallo-portoghese.
Di minore importanza abbiamo altri generi letterari a cavallo tra l’XI e il XIII secolo:
- trattatistica amorosa: Andrea Cappellano principale autore.
- poema allegorico: Roman del la rose, in cui è chiara l’influenza della trattatistica amorosa e dell’ars amandi di Ovidio.
- fabliaux: brevi racconti in versi; osceni, maliziosi, comici. Boccaccio subirà l’influenza di questi racconti.
- lai: brevi racconti in versi di un’avventura cortese d’amore, solitamente recitati con l’arpa.
- cantafavole: la più nota è Aucassin et Nicolette.
In Francia alla narrazione epica troviamo sostituita l’espressione Canzone di gesta. Le canzoni di gesta sono divise in tre cicli:
- il ciclo di Carlo Magno: il più antico, narra le gesta dei franchi contro i saraceni. A questo ciclo appartiene la Chanson de Roland.
- il ciclo di Guillaume D’Orange: feudatario francese di cui vengono riportate le gesta.
- il ciclo dei vassalli ribelli: tema predominante è quello del feudatario contro un principe indegno (quindi inizia a venir meno lo stretto rapporto di vassallaggio).
In Spagna la narrazione epica riporta scene più realistiche e un verso irregolare. Scritta in lingua castigliana ha come testo più famoso il Poema del mio Cid.
Tra le opere del periodo scritte in prosa francese, non appartenenti ai generi citati, vanno ricordate:
- Il Milione, scritto da Rustichello da Pisa, dettato da Marco Polo nel 1298. L’opera parla del suo viaggio in Cina.
- L’enciclopedia di Brunetto Latini.