Gli Stati nazionali moderni
Nel ‘500 lo Stato nazionale moderno è retto da una monarchia forte che dispone di :
- un territorio unificato
- una burocrazia efficiente (funzionari che amministrano lo Stato)
- un esercito permanente che non si scioglie neppure in tempo di pace
- rafforza il potere contro nobiltà, papato e Impero
Questa forma di governo la troviamo in Francia, Spagna, Inghilterra e Portogallo.
L’Italia, divisa in stati e staterelli, era politicamente e militarmente fragile. Le grandi potenze erano così attratte dal desiderio di conquistarla, perciò divenne meta di invasioni e scenario di guerre.
Luigi XII re di Francia rivendicava in Italia il regno di Napoli e il ducato di Milano, in quanto discendente dei Visconti. Venezia e papa Alessandro VI Borgia (speranzoso di procurare al figlio un ducato in Romagna) si schierano con il re e, dopo varie vicende, i francesi ottennero il ducato di Milano, mentre gli spagnoli il regno di Napoli.
Il sodalizio tra francesi e spagnoli venne meno quando nel 1519 Carlo d’Asburgo, già re di Spagna, viene eletto Imperatore del Sacro Romano Impero germanico (compra i voti di sette principi tedeschi). La sua elezione mette in difficoltà la Francia di Francesco I, i cui territori erano stretti da quasi ogni parte dai possedimenti di Carlo V (Spagna, Austria, Paesi Bassi, Napoli, Sicilia, Sardegna e le colonie americane). Il sogno di Carlo V era quello di creare una monarchia universale cristiana, ma Francesco I non mancò di allearsi con i turchi per impedirglielo. Nel 1555 Carlo V decise di abdicare e lasciare la Spagna al figlio Filippo II e la corona imperiale al fratello Ferdinando I d’Asburgo, ritirandosi in convento.
L’inizio della contesa vide come oggetto Milano: la città permetteva agli spagnoli di raggiungere l’Austria senza dover passare in territorio francese. Francesco I durante la battaglia di Pavia fu fatto prigioniero ma non si rassegnò alla perdita del ducato e organizzò una Lega contro Carlo V a cui presero parte anche il papa, Venezia e Firenze. Carlo V allora permise a un esercito di 12 mila lanzichenecchi di marciare contro Roma profanando chiese e saccheggiando la città per nove lunghi mesi (sacco di Roma).
I lanzichenecchi erano soldati mercenari tedeschi al servizio dell’imperatore Carlo V. Convertiti al protestantesimo, consideravano il papa un nemico e Roma la sede di ogni vizio.
Successivamente la guerra si trasferì fuori dall’Italia fino al 1559 quando si raggiunse la pace di Cateau- Cambresis che pose l’Italia sotto il dominio spagnolo (solo Venezia mantiene l’indipendenza), nonostante i tentativi dei francesi di alleanza con i turchi ottomani e con i principi tedeschi protestanti.
L’impero ottomano nel ‘500 raggiunse il massimo della potenza sotto il sultano Solimano il Magnifico, ma alla sua morte la flotta turca fu sconfitta a Lepanto (1571) a opera dei cristiani e l’impero entrò in crisi.
La Russia cominciava a emergere come grande potenza, sotto il governo degli zar di Mosca (zar dal latino caesar = imperatore) Ivan III prima e Ivan IV il Terribile poi.