Lena e la tempesta recensione
Lena e la tempesta è scritto dall’autrice Alessia Gazzola, consacrata alla fama dai suoi romanzi dedicati a “L’Allieva”, da cui è stato tratta una serie tv.
La protagonista della storia, scritta con leggerezza, ma carica di altrettanta pesantezza, è una giovane donna tornata a Linosa, isolotta delle Pelagie, in Sicilia. Il padre, divorziato da anni con la moglie, le ha intestato la casa di villeggiatura. Lena non naviga nell’oro, è un’illustratrice che economicamente ha vissuto momenti migliori e così pensa di affittare le camere della villetta per guadagnare qualcosa. Tra gli incontri che le capitano nell’isola, non solo con i turisti, conosce Fabio, giovane medico di pronto soccorso. Entrambi custodiscono un segreto nel cuore, uno indicibile l’altro pure. Uno verrà detto, l’altro no.
La scrittrice ci ha provato a trasmettere l’inquietudine di chi ha subito una violenza e non riesce a darsene una spiegazione. Ha tentato anche di dare un taglio positivo alle vicende personali che inevitabilmente sono state, sono e saranno compromesse da quel tragico evento. Purtroppo il risultato è stato scarso: non sembra poter trasmettere il disagio profondo di Lena, per il semplice motivo che non ha idea della sua profondità. La protagonista ha vissuto la tempesta, arrivata improvvisa il giorno di ferragosto di tanti anni prima e non ha mai smesso di ricordarne l’odore, anche quando c’era alto nel cielo il sole. Negli anni ha provato a dimenticare, ha dato forme e volti diversi a quella notte tempestosa, ma non ha mai potuto vivere appieno certe altre giornate, fatte di luce e di raggi solari. E benché si cerchi di far credere che la tendenza della Lena adulta sia quella di volerlo fare, manca la chiave d’apertura verso questa direzione. Al suo posto il silenzio delle parole e le grida dei ricordi.
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