I segni nascosti intervista
Mentre l’esercito del Re Gösta combatte una guerra devastante contro gli orchi, un drago chiamato Urian appare come l’unica arma possibile per vincere contro la furia dei nemici.
Alla fine la determinazione di Gösta dà i suoi frutti, ma la vittoria della guerra non rende felice nessuno: il giovane Martin parte alla ricerca di sua figlia, scomparsa durante il conflitto, Ramwal e la sua banda cercano Urian per ucciderlo. Nell’alba della nuova era il drago riversa sulle terre del regno un carico di conseguenze impreviste e nefaste: qualcosa di terribile incombe sull’Altopiano e i suoi abitanti, che vanno e vengono come marionette, senza sapere di esserlo. Macchinazioni, alleanze innaturali, sacrifici: le scelte di Gösta hanno prodotto conseguenze irreversibili. La vera guerra è appena cominciata.
“I segni nascosti”, edito da Giovane Holden Edizioni nel settembre 2022, è scritto da Giancarlo Corsetti che noi abbiamo intervistato:
– Di cosa parla il libro?
Gösta, Re di Grande Settentrione, è riuscito a catturare un drago malvagio, il cui veleno dà la pazzia, e a usarlo come un’arma formidabile, prima per vincere una guerra spaventosa contro gli orchi, poi, per dominare incontrastato il regno.
In tempo di pace, dopo aver confinato il drago nella regione dell’Altopiano, Gösta vive nei ricordi, interrogandosi sul senso del dolore, dell’amore, dell’odio che ha vissuto nell’arco della sua vita; con un’angoscia crescente, comincia a dubitare, per la prima volta, della direzione che da molto tempo, ormai, ha dato alla sua esistenza.
Forse anche il cuore del Re è stato avvelenato dal drago, pensano gli abitanti dell’Altopiano, abbandonati da Gösta alla crudeltà dell’animale prodigioso.
Martin è un giovane padre che attraversa le terre dell’Altopiano alla ricerca disperata di sua figlia, ancora bambina, scomparsa durante la guerra di Gösta contro gli orchi.
Dopo essersi imbattuto in un popolo che offre sacrifici umani al drago, Martin si unisce a una banda di guerrieri male equipaggiati, che vogliono uccidere il mostro e mettere fine all’ingiustizia; il Re, invece, nonostante tutto, vuole che il drago viva ancora, per difendere Grande Settentrione da nuovi nemici che incombono.
Attorno a loro si muovono altri personaggi: Sigurd, un vecchio viandante che sta andando a morire in un luogo dove le anime vivono una sorta di Paradiso in terra; Eveldon, il falconiere venuto da Sorgere del Sole per dare la caccia a Urian; Ramwal, un giovane guerriero che con i suoi pochi seguaci si oppone all’assolutismo del Re.
Inevitabilmente, tra avventure e pericoli, il cammino di Martin incrocerà quello di Gösta; entrambi dovranno decidere quali scelte compiere per scrivere i loro destini.
Ambientato in un mondo immaginario di matrice nordica, sullo sfondo del romanzo si combinano temi fantastici ed elementi di ispirazione cavalleresca.
– Perchè dovrebbero leggerlo?
Il libro è un romanzo ricco di avventura e colpi di scena, in cui si intrecciano le storie di più personaggi che percorrono diverse linee di azione. Qui il fantasy fa da ambientazione, principalmente, a una metafora del conflitto interiore dettato dal senso di colpa, oltre che alla sempiterna lotta del bene contro il male. Senso di colpa provato dal re che detiene il potere sul drago malvagio Urian, per il quale vale l’aforisma di Nietzsche “se a lungo guarderai nell’abisso, alla fine l’abisso guarderà dentro di te”.
-Cosa è per te la letteratura?
Per me la letteratura è intrattenimento ed educazione spirituale: intrattenimento, perchè un libro ci può far sognare, ridere, piangere, riflettere, evadere dalla quotidianità; educazione, perchè le pagine di un’opera possono curare aspetti emotivi, relazionali e pulsionali di una persona semplicemente offrendo modelli di riflessione e di comportamento.
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