Clima di classe: stare bene a scuola
Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe
Nelle nostre aule il clima che si respira ogni giorno incide sulla qualità della popolazione scolastica, sia essa composta da alunni che da insegnanti. Il clima può essere influenzato dal prevalere della collaborazione oppure da stili relazionali maggiormente individualistici e competitivi.
Per promuovere un clima di classe favorevole e positivo, Mitchell (2014) considera n. 3 fattori da tenere in primo piano:
- Intensità e qualità delle relazioni
- Stimolo nell’apprendimento di tutti e di ciascuno
- Modalità di conduzione e gestione della classe da parte dell’insegnante
La classe viene considerata come un ambiente accogliente e gradevole dove trascorrere le tante ore della giornata scolastica.
Tutti questi elementi sono collegati tra di loro e sono tutti concause che contribuiscono a creare un clima positivo in classe. La scuola è impegnata a promuovere il benessere scolastico, e quindi lo “stare bene a scuola”.
Per far stare bene a scuola ogni allievo, sono stati delineati n. 4 fattori determinanti per fornire spunti operativi nella didattica di ogni giorno messa in atto dagli insegnanti.
PUNTO N.1: La classe come contesto relazionale
Dedicare attenzione ad ogni allievo è un elemento fondamentale per creare una rete di relazioni , anche attraverso la promozione di lavori su base cooperativa. L’insegnante stabilisce una relazione significativa con ogni alunno, utilizzando la comunicazione verbale e non verbale. Per ogni alunno è molto importante poter contare sul supporto dell’insegnante,sapere che non solo lui ma anche i suoi compagni saranno pronti ad aiutarlo qualora ne avvertisse il bisogno. Questo può avvenire perché l’insegnante usa sempre un atteggiamento cortese, pretendendo lo stesso anche dal gruppo classe. Bisogna conoscere e valorizzare le differenze per stimolare la creazione di uno spirito di gruppo che favorisca il lavoro cooperativo.
Anche gli alunni con BES devono ricevere la stessa qualità e quantità di attenzioni di tutto il gruppo classe. L’insegnante deve stimolare un reale senso di appartenenza al gruppo, trasformando la classe non in un insieme di individualità ma in un insieme di relazioni reciproche di solidarietà o aspettative.
In questo contesto le differenze acquisiscono un valore specifico che va promosso e lodato e non assolutamente penalizzato.
PUNTO N. 2: La classe come contesto di apprendimento
Per stimolare e promuovere sempre più un clima positivo in classe, l’insegnante deve adottare delle procedure di insegnamento tali da stimolare ciascun alunno, e qui distinguiamo n. 3 aspetti:
- 2a: Comunicare obiettivi e aspettative
- 2b: Abbassare il livelli di competitività/favorire la cooperazione
- 2c: Attenzionare il LOCUS
2a: Comunicare obiettivi e aspettative
Solo se si agisce in gruppo si possono affrontare e vincere le sfide che il percorso formativo presenta.
Per fare ciò l’insegnante deve comunicare il lavoro che si svilupperà nel gruppo classe, facilitando la riflessione degli studenti sui propri progressi personali.
Il successo di questo metodo si avvera se l’insegnante crede fortemente nelle possibilità di ogni alunno della classe. L’orientamento educativo deve puntare anche alla correzione degli errori senza denigrare la persona, in modo tale da far capire all’alunno la strada corretta da seguire.
Agli alunni si devono comunicare sia le aspettative e sia il sistema di regole condivise, le procedure di valutazione ed anche tutti gli strumenti per autovalutarsi
2b: Abbassare i livelli di competitività e favorire la cooperazione
Un approccio alla didattica che prevale in classe è spesso quella individualistica che a volte ha caratteristiche competitive. Alcune sono anche cooperative e tutte sono importanti.
Nessuno di questi approcci può essere eliminato. Se in classe prevale un clima competitivo, gli alunni cercano di primeggiare dimostrando quanto sono bravi e competenti. Tutto ciò va a non favorire un clima cooperativo/inclusivo.
Quest’ultimo clima è quello che si deve tendere ad avere in classe perché porta gli alunni a raggiungere insieme i risultati con uno sforzo comune. Questo atteggiamento favorisce uno spirito di solidarietà e di interdipendenza insieme ad una forte integrazione sociale.
In questo contesto la professionalità del docente è essenziale perché l’alunno capisce che in caso di necessità può contare sia sull’aiuto del docente che sull’intero gruppo classe. In una scuola votata all’inclusione tutti gli alunni devono sentirsi realizzati, anche quelli più competitivi.
2c: Attenzione al Locus
Il Locus of Control è il processo di attribuzione del proprio successo e cioè quanto sia importante per il raggiungimento dei risultati.
Oltre alla dimensione di internalità ed esternabilità possiamo anche considerare la stabilità e la controllabilità.
L’insegnante deve far comprendere ai propri alunni che loro stessi sono responsabili del loro successo, perché sono loro che controllano e sviluppano il Locus Of Control e non fattori esterni come ad esempio il fato o la fortuna.
PUNTO N. 3: La classe come contesto di regole condivise
Condurre la classe non vuol dire solo mantenere l’ordine ed evitare la messa in atto di comportamenti sbagliati da parte degli studenti. Bisogna quindi coinvolgerli e sostenere il loro interesse, incoraggiare la partecipazione. Questo richiede competenze personali, organizzative e metodologiche.
Le competenze personali sono connesse alla necessità di assumere numerose decisioni in poco tempo e controllare le situazioni di stress causate da classi sempre più eterogenee e complesse da gestire.
Le competenze organizzative e metodologiche interessano la capacità di organizzare il sistema delle regole che determinano il funzionamento della classe, per condividerle con gli alunni in modo da facilitare il rispetto.
L’insegnante ogni giorno deve prendere decisioni importanti ed auto controllarsi. Le decisioni da prendere possono essere sia didattiche che legate alla gestione della classe. Queste ultime devono essere prese spesso in tempi rapidi e su sollecitazioni spesso inaspettate.
Per affrontale questa mole di problemi e decidere rapidamente il docente deve avere specifiche abilità personali dette “Problem solving” e “decision making”. A tutto ciò non si deve tralasciare l’autocontrollo: l’insegnante deve averne una quantità non indifferente per affrontare con successo contesti potenzialmente stressanti non scaricando lo stress di ciò nelle interazioni con gli alunni. E’ diffusa l’idea che l’autocontrollo è un tassello del carattere della persona che spesso porta l’insegnante a perdonare e tollerare le proprie evasioni attribuendole al proprio carattere.
L’autocontrollo è il risultato di una serie di competenze apprese, affinate e migliorate di continuo perché la loro assenza determina ripercussioni negative nella prassi educativa.
La classe pone le basi su delle regole ben precise che devono essere rispettate e seguite da tutti gli alunni. E’ opportuno concordare con gli alunni delle regole. Bisogna anche verificare che queste regole siano state effettivamente acquisite illustrando loro gli effetti che queste hanno sui comportamenti inadeguati. La vita nel gruppo classe deve avere per base delle regole chiare.
Per interiorizzare una regola e rispettarla serve che ogni alunno ne capisca appieno la funzione. Questa è una condizione utile per la vita della classe. In questo ambito è molto utile specificare in positivo i comportamenti che ‘insegnante si aspetta dagli alunni. Non bisogna bandire la negazione ma accompagnarla da una specifica su cosa ci si attende e non solo di cosa non si dovrebbe fare.
Una volta stabilite e concordate delle regole, queste devono essere rispettate e fatte rispettare. Nel caso questo non avvenga l’alunno o gli alunni se ne dovranno assumere le responsabilità; accertare le sanzioni (se queste sono state decise) e cercare una soluzione per riparare.
Il concetto principale non è quello di punire ma di responsabilizzare. L’insegnante deve essere autorevole e non autoritario. L’autorevolezza va conquistata anche attraverso l’atteggiamento che si mostra in classe, che deve essere fermo e deciso ma non intimidatorio e/o aggressivo. Il docente è presenza attiva che riesce ad individuare i comportamenti negativi intervenendo tempestivamente. Quello che gli alunni percepiscono in questo modo è una persona alla quale non sfugge nulla della vita di classe, avendo una visione sistemistica e circolare della propria classe.
L’insegnante valuta il comportamento negativo dell’alunno come un tentativo di modificare le regole del gruppo classe. Per risolvere questa situazione deve utilizzare le risorse educative del gruppo che ha contribuito all’elaborazione delle regole di classe.
PUNTO N. 4: La classe come contesto fisico accogliente
L’ambiente incide sulla qualità dei processi di apprendimento, contribuendo al piacere di viverci o creando delle condizioni sfavorevoli per lo svilupparsi di un buon clima.
Ambienti troppo affollati, rumorosi o con temperature inadeguate portano a conseguenze negative di tipo emotivo, cognitivo e comportamentale. Si assiste ad una minore sensibilità verso i bisogni degli altri. L’effetto negativo del rumore risulta molto disturbante negli insegnanti e negli alunni soprattutto quelli che persentano BES o deficit specifici come l’autismo, disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento e particolari forme di svantaggio socioculturale.
Altra variabile da attenzionare è lo spazio in aula. La disposizione dei banchi di solito collocati in fila di fronte la cattedra o disposti a ferro di cavallo non sempre sono la condizione ottimale per sviluppare il corretto ambiente di studio. E’ vero anche che non esiste una disposizione ottimale da preferire per svolgere le diverse attività scolastiche. La soluzione migliore sarebbe quella di disporre di spazi modulari da poter sistemare al bisogno delle singole esigenze di classe. Sarebbe opportuno creare nelle aule spazi fissi da dedicare a diverse attività separati da pannelli modulari o da librerie.
Un ruolo non indifferente gioca l’illuminazione e la gradevolezza degli arredi. Queste attenzioni rivestono una importanza non marginale che favorisce il benessere personale.
Una buona parte del tempo deve essere impiegato per entrare nello spazio degli alunni, supervisionando e dando supporto quando necessario (Mitchell 2014)