“I rosoni medievali” di Armando Rossi
In un panorama editoriale in cui spesso l’approfondimento lascia spazio a mere ripetizioni, “I rosoni medievali” di Armando Rossi emerge come un’opera di rigorosa ricerca e di riflessione autentica, che vuole rispondere a domande fondamentali su uno dei più affascinanti elementi dell’architettura medievale. Rossi, con lo spirito dell’insegnante che sente il dovere di trasmettere conoscenza senza banalizzazioni, parte da una domanda apparentemente semplice: perché questi elementi architettonici vengono chiamati “rosoni” e qual è il loro significato?
L’autore esplora le origini, l’evoluzione e le sfumature simboliche dei rosoni, tracciando un viaggio che si distanzia dall’approccio didattico standard. Rossi va oltre l’analisi strutturale e formale tipica di molti testi di storia dell’arte. Qui, i rosoni non vengono ridotti a “finestre circolari con motivi decorativi”, ma diventano una “ruota a raggi” che rappresenta il dominio cristico sulla Terra, il fluire del tempo umano e la ciclicità divina. Questa interpretazione apre a una visione più ampia, che collega la tradizione cristiana a simbolismi arcaici e pagani, facendo di questa decorazione architettonica un ponte tra il paganesimo e il cristianesimo.
Il libro si distingue per l’accuratezza nella trattazione della numerologia legata ai rosoni: sei, otto, fino a quarantotto elementi che compongono questi schemi non sono disposizioni casuali, ma al contrario riflettono significati profondi e cosmici. Rossi rilegge il rosone come una struttura che incarna il rapporto tra il microcosmo umano e il macrocosmo divino, un mandala che riassume l’eterna relazione tra la luce e il simbolo. La luce che attraversa il rosone all’alba è il Cristo risorto, la speranza che sorge dall’oriente, in una preghiera orientata verso la nuova Gerusalemme celeste.
I rosoni, ci dice l’autore, rappresentano più di un simbolo cristiano: sono dispositivi di luce e architettura sacra che, nel Medioevo, sancivano l’orientamento dei luoghi di culto verso Gerusalemme, arricchendo l’architettura sacra di significati complessi e di una geometria sacra che si perde nei secoli.
In un testo che ha il sapore della ricerca certosina e del dialogo tra mondi, Armando Rossi restituisce al lettore la possibilità di immergersi in un mondo di simboli senza tempo, dando voce a una delle più potenti espressioni dell’arte medievale e invitando a superare la superficie per accedere al nucleo di una verità più profonda, tanto visibile quanto spesso ignorata.